Il medico, dipendente di una Casa di Cura, che, per dedicarsi alla politica, trascura i suoi doveri, può essere licenziato.
Nota a Cass. 14 gennaio 2019, n. 604
Francesca Albiniano
Il dipendente, medico, responsabile di un reparto presso una Casa di Cura, che svolge attività politica e, per tale ragione, è spesso assente, può essere licenziato in quanto la sua condotta espone i pazienti a rischi e crea al datore di lavoro “problemi organizzativi e perdita d’immagine”.
L’affermazione è della Corte di Cassazione (14 gennaio 2019, n. 604), che conferma la sentenza del giudice territoriale (App. Roma 10 aprile 2017, n. 2098) il quale aveva riscontrato le prolungate violazioni dell’orario di lavoro da parte del sanitario, rilevando altresì che non vi era prova di una precedente tolleranza delle assenze da parte della Casa di cura e che dalle stesse dichiarazioni rese dal dipendente nelle proprie note difensive in sede disciplinare emergeva come egli, stante il contemporaneo svolgimento di attività politica, non avesse alcuna intenzione di assicurare, neppure per il futuro, una presenza a tempo pieno, nonostante la responsabilità di un reparto. Il che forniva “piena giustificazione del completo venir meno, nel datore di lavoro, della fiducia circa la futura correttezza dell’adempimento della prestazione”.
La Corte ha integralmente ribadito le motivazioni del merito, ritenendo altresì accertato il rapporto di proporzionalità fra il fatto (grave disservizio) e la sanzione (licenziamento).