Nella base di calcolo del TFR è computabile anche il c.d. premio di fedeltà.
Nota a Cass. ord. 13 febbraio 2020, n. 3625
Francesco Belmonte
Ai fini della determinazione del TFR non rileva la ripetibilità ovvero la frequenza delle erogazioni percepite dal lavoratore, bensì la qualità dell’emolumento corrisposto, ossia il titolo dell’erogazione medesima. Ciò si verifica ogni qual volta vi sia un collegamento “tra un certo evento correlato al rapporto lavorativo e l’emolumento stesso”, dovendosi escludere quelle prestazioni collegate a ragioni aziendali del tutto eventuali, imprevedibili e fortuite.
Tale è il principio espresso dalla Corte di Cassazione (13 febbraio 2020, n. 3625), in relazione ad una fattispecie concernente l’accertamento del diritto al computo nel TFR del premio di fedeltà (previsto dalla contrattazione collettiva aziendale) percepito da un dipendente di una Cassa di Risparmio.
Per la Suprema Corte, i giudici di merito hanno correttamente rilevato che l’emolumento in questione doveva essere computato nella base del calcolo del TFR “in quanto trovava la propria fonte nella protrazione dell’attività lavorativa per un certo lasso di tempo ed era altresì rigorosamente collegato allo svolgimento del rapporto di lavoro: per la qual cosa aveva i requisiti di dipendenza da quest’ultimo e di non occasionalità di cui all’art. 2120 c.c.”.
Simile interpretazione si pone in linea con quella giurisprudenza consolidata in materia (cfr., ex plurimis, Cass. n. 24937/2015; Cass. n. 24373/2015; Cass. n. 24061/2015 e Cass. n. 23856/2015), che attribuisce rilievo al titolo dell’erogazione percepita dal dipendente, in ragione “dell’abbandono da parte del legislatore del 1982 della nozione di continuità ravvisabile nel vecchio testo dell’art. 2120 c.c. e la sostituzione del sistema di determinazione del trattamento di fine rapporto non più basato, come in passato, sull’ultima retribuzione percepita, ma sulla sommatoria di quote di retribuzione annue accantonate”.
(Circa la casistica giurisprudenziale sul tema, v., in questo sito, Cass. ord. 3 giugno 2019, n. 15123, con nota di F. IACOBONE, Emolumenti calcolati nel trattamento di fine rapporto (TFR); Cass. ord. 12 settembre 2018, n. 22197, con nota di K. PUNTILLO, Elargizione per l’abitazione e calcolo del trattamento di fine rapporto (TFR); Cass. ord. 31 agosto 2018, n. 21520, con nota di M.N. BETTINI, Voci retributive incidenti su trattamento di fine rapporto (TFR); e Cass. 25 settembre 2017, n. 22291, con nota di A. TAGLIAMONTE, Il compenso per il disagio non occasionale è computabile nel TFR)