Il licenziamento è legittimo se la prestazione ad orario ridotto non è più utile per l’azienda. Nota a Cass. ord. 23 ottobre 2023, n. 29337 Francesco Belmonte
Benefits (natura retributiva)
Pierfrancesco Quattrocchi
Art. 28 Stat. Lav. e legittimazione attiva delle organizzazioni sindacali ricorrenti
Roberta Stazi
Omessa timbratura dell’uscita in pausa pranzo: giustificato il licenziamento del lavoratore
La condotta del dipendente pubblico che si allontani dal luogo di lavoro durante la pausa pranzo omettendo di timbrare il cartellino costituisce falsa attestazione della presenza in servizio avvenuta con modalità fraudolente ed è meritevole della massima sanzione disciplinare. Nota
Limiti all’esercizio del diritto di critica nei confronti del datore di lavoro
Il licenziamento del lavoratore che falsamente denuncia il datore di lavoro è legittimo Nota a Cass. (ord.) 6 novembre 2023, n. 30866 Pamela Coti
Somministrazione irregolare
Fra gli atti compiuti o ricevuti dal somministratore nella costituzione o nella gestione del rapporto che si intendono compiuti o ricevuti dal soggetto che ha effettivamente utilizzato la prestazione non rientra il licenziamento. Nota a Cass. 7 novembre 2023, n.
Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza e responsabilità infortuni
Il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza (RLS) che ometta di svolgere i propri compiti coopera colposamente all’infortunio mortale. Nota a Cass. 26 settembre 2023, n. 38914 Flavia Durval
Natura retributiva della c.d. massa vestiaria
La c.d. massa vestiaria ha carattere retributivo e quindi va calcolata negli accantonamenti spettanti al lavoratore per il calcolo del trattamento di fine rapporto. Nota a Cass. (ord.) 18 ottobre 2023, n. 28990 Roberta Stazi
Infortunio sul lavoro e c.d. rischio eccentrico
Il comportamento abnorme e imprevedibile del lavoratore concretizza un rischio eccentrico che esclude la responsabilità del garante solo se questi ha rispettato tutte le prescrizioni imposte dalla legge per governare il rischio della condotta imprudente. Nota a Cass. 9 novembre
La condotta vessatoria persecutoria o discriminatoria del datore di lavoro, seppur isolata, configura un fatto illecito ex art. 2087 c.c.
Lo straining, sebbene sia privo della continuità delle vessazioni, è pur sempre riconducibile all’art. 2087 c.c., sicché se viene accertato lo straining e non il mobbing la domanda di risarcimento del danno deve essere comunque accolta. Nota a Cass. 19 ottobre