Spetta al lavoratore dimostrare l’intento ritorsivo e l’illiceità del motivo unico e determinante del recesso; ricade sul datore di lavoro l’onere di provare l’esistenza della giusta causa o del giustificato motivo del recesso. Nota a Cass. (ord.) 3 agosto 2023,
Il licenziamento in prova è illegittimo se giustificato da un motivo illecito
Il licenziamento adottato durante il periodo di prova per aggirare il divieto di licenziamento di cui all’art. 46 del D.L.18/2020 (cd. Decreto Cura Italia), è nullo per motivo illecito. Nota a Trib. Roma 25 marzo 2021 Pamela Coti
Licenziamento ritorsivo
Ai fini della nullità del recesso, il motivo illecito deve essere esclusivo e determinante. Nota a Cass. 25 gennaio 2021, n. 1514 Francesco Belmonte
Ritorsivo il licenziamento del dipendente ammalatosi subito dopo la stabilizzazione del contratto
Il provvedimento espulsivo irrogato ad un lavoratore che aveva iniziato un periodo di malattia, pochi giorni dopo la trasformazione del rapporto a termine in contratto a tempo indeterminato, ha natura ritorsiva e, in quanto tale, è nullo. Nota a Trib.
Licenziamento ritorsivo: dimostrabile anche per presunzioni
L’intento di rappresaglia, determinante ai fini del provvedimento espulsivo, può essere provato dal lavoratore anche sulla base di elementi indiziari. Nota a Cass. 17 giugno 2020, n. 11705 Matteo Iorio
Licenziamento ritorsivo
Il licenziamento c.d. ritorsivo va motivato esclusivamente dall’intento di ritorsione. Nota a Trib. Milano 16 novembre 2019, n. 2043 Flavia Durval