Nel lavoro intermittente il requisito oggettivo della discontinuità dell’attività e quello soggettivo dell’età sono disgiunti e non necessariamente concorrenti. Nota a Cass. 24 luglio 2023, n. 22086 Maria Novella Bettini
Forze armate e Corpi di polizia ad ordinamento militare e civile: assegnazione temporanea ad una diversa sede di servizio
Nell’ordinamento militare e in polizia il criterio del corretto ed efficiente svolgimento delle funzioni perseguite costituisce il parametro fondamentale per giustificare l’accoglimento o il rifiuto da parte della PA della richiesta di una assegnazione temporanea ad una diversa sede di
Lavoro intermittente e contratto collettivo
Il lavoro intermittente non può essere vietato dalla contrattazione collettiva. Nota a Cass. 13 novembre 2019, n. 29423 Flavia Durval
Impresa agricola e imposizione di contributi previdenziali
L’INPS può imporre alle imprese agricole contributi basati su una stima tecnica che determini il numero dei giorni lavorativi con risultati superiori a quelli dichiarati dall’azienda. Nota a Corte Cost. 17 maggio 2019, n. 121 Maria Novella Bettini e Alfonso
Licenziamento collettivo e criterio di scelta esclusivo
Le esigenze tecnico-produttive ed organizzative del complesso aziendale possono costituire l’unico criterio per individuare i lavoratori da licenziare. Nota a Cass. 23 maggio 2019, n. 14055 Francesco Belmonte
Tempo vestizione infermieri (Cass. n. 3901/2019)
Il c.d. tempo di vestizione degli infermieri all’inizio ed al termine del turno di lavoro va retribuito. Nota a Cass. ord. 11 febbraio 2019, n. 3901 Maria Novella Bettini e Francesco Belmonte
Criteri di scelta nel licenziamento individuale per giustificato motivo oggettivo
Nel licenziamento individuale c.d. economico, attuato per motivi oggettivi relativi a mansioni e compiti sostanzialmente omogenei, il datore di lavoro è tenuto ad utilizzare i criteri contenti nell’art. 5, L. n. 223/1991 (relativa ai licenziamenti collettivi) ovvero altri criteri, purché
Divieto di trasferimento del lavoratore che assiste un parente disabile e gravità dell’handicap
Il lavoratore che assiste un familiare disabile convivente, anche se privo dei benefici della L. 104/1992 e anche se l’infermità non è grave, ha diritto a non essere trasferito, se non sussistono contrarie esigenze aziendali effettive ed urgenti Nota a