Il datore di lavoro è responsabile dell’infortunio occorso alla collaboratrice domestica, caduta da una scala durante l’operazione di rimozione delle tende, laddove non provi di aver adottato tutte le cautele necessarie ad evitare l’evento o che l’inadempimento derivi da causa
Licenziamento del dirigente e decadenza
In caso di ingiustificatezza del licenziamento di un dirigente non si applicano i termini di decadenza di cui alla L. n. 604/1966, art.6, come mod. dalla L. n. 183/2010, art.32. Nota a Cass. 14 settembre 2023, n. 26532 Daniele Magris
Infortunio sul lavoro, transazione e risarcimento del danno successivo imprevedibile
Infortunio sul lavoro oggetto di transazione, è legittimo richiedere il risarcimento dei danni verificatisi successivamente (e non prevedibili alla stipula) purché sia data prova dell’imprevedibile aggravamento delle condizioni di salute post transazione. Nota a Cass. (ord.), 1° settembre 2023, n.
Omissione contributiva e rendita vitalizia
In caso di omesso versamento dei contributi da parte del datore di lavoro, residua a favore dell’assicurato il rimedio risarcitorio e la facoltà di chiedere all’Inps la rendita vitalizia. Nota a Cass. 11 settembre 2023, n. 26248 Maria Paola Gentili
Licenziamento ingiurioso del dirigente e soppressione della posizione lavorativa
Al licenziamento del dirigente si applica il principio di giustificatezza e non quello del giustificato motivo. Il carattere ingiurioso del recesso va provato. Nota a Cass. 25 luglio 2023, n. 22391 Alfonso Tagliamonte
Infortunio sul lavoro, nesso di causalità e onere della prova
Negato il risarcimento del danno differenziale da malattia professionale qualora manchi il nesso, neppure concausale, tra il fattore lavorativo e la malattia contratta. Onere della prova per le misure di sicurezza c.d. nominate e per quelle c.d. innominate. Nota a
Danno differenziale
In tema di danno cd. differenziale, in ragione della diversità strutturale e funzionale tra l’erogazione Inail ex art. 13, D.Lgs. n. 38/2000 ed il risarcimento del danno secondo i criteri civilistici, non è possibile ritenere che le somme versate dall’istituto
È discriminatoria la mancata proroga del contratto a termine alla lavoratrice somministrata, in gravidanza
Qualora il contratto a tempo determinato di una lavoratrice somministrata non venga prorogato in ragione dello stato di gravidanza, si configura una discriminazione diretta. Nota a Trib. Milano 12 giugno 2023, n. 16445 Pamela Coti
Impegno di assunzione da parte del lavoratore e clausola penale
Il lavoratore venuto meno all’impegno di assunzione è obbligato al versamento, a titolo di risarcimento, della clausola penale anche se il contratto di lavoro prevede un periodo di prova. La clausola penale opera in fase preassuntiva, mentre la clausola di
Giurisprudenza – CORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 27 aprile 2023, n. 11174
Giurisprudenza – CORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 27 aprile 2023, n. 11174 Lavoro, Licenziamento, Assenze, Reintegra nel posto di lavoro, Risarcimento, Istanze istruttorie non ammesse, Articolo 2110 c.c., Periodo comporto, Violazione norma imperativa art. 2110, comma 2, c.c., Scarso rendimento,