Posticipare l’immissione in ruolo delle vincitrici del concorso a vice ispettore della polizia penitenziaria, assenti dal corso di formazione perché in gravidanza, alla data di conclusione del primo corso successivo all’assenza dal lavoro costituisce una discriminazione in danno del personale
Doppio turno di lavoro e discriminazioni di genere
L’imposizione di un doppio turno di lavoro a tutta la platea dei dipendenti costituisce una discriminazione indiretta del datore di lavoro poiché penalizza in misura significativamente maggiore le lavoratrici madri con figli minori rispetto ai lavoratori non genitori o con
Discriminatorio non rinnovare il contratto a termine alla sola lavoratrice in gravidanza
Non concedere alla sola dipendente gestante il rinnovo del contratto a tempo determinato, a fronte del mantenimento in servizio di tutti gli altri lavoratori con contratti analoghi, costituisce una discriminazione di genere. Nota a Cass. 26 febbraio 2021, n. 5476
Discriminazione e regime probatorio
Nell’ipotesi di discriminazione lavorativa per sesso il regime probatorio non comporta un’inversione dell’onere della prova che graverebbe sul datore di lavoro, ma una semplice attenuazione dello stesso a carico della persona discriminata, dal cui adempimento consegue l’onere del datore di
Parità di trattamento e discriminazione (nozione)
Sonia Gioia
Premio di fedeltà e astensione facoltativa per maternità
Nell’anzianità utile per ottenere il premio di fedeltà, erogato ai dipendenti al compimento di un determinato numero di anni di effettivo servizio, va compreso il periodo di congedo facoltativo per maternità. Nota a Cass. 22 ottobre 2018, n. 26663 Alfonso
Cambiamento di sesso e diritto alla pensione
Una normativa nazionale che, in caso di cambiamento di sesso, subordina l’accesso alla pensione di vecchiaia (con i requisiti del sesso acquisito dalla persona interessata) all’annullamento del precedente matrimonio, è discriminatoria. Nota a Corte di Giustizia UE 26 giugno 2018,
Lavoratore licenziato per aver commesso atti di violenza sessuale fuori dell’azienda.
Francesca Albiniano E’ legittimo il licenziamento del dipendente che compia atti di violenza sessuale non nell’esecuzione della prestazione lavorativa. Il lavoratore condannato per violenze sessuali fuori dell’azienda è licenziabile perché compromette la fiducia del datore di lavoro, ledendo l’affidamento richiesto
Sesso in azienda durante l’orario di lavoro.
Kevin Puntillo Il dipendente che “fa sesso” in orario di lavoro è licenziabile perché viola i doveri fondamentali connessi al rapporto di lavoro e può mettere in pericolo la sicurezza dell’impianto. La condotta “sessualmente attiva”, durante l’orario di lavoro, di